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Che cos'è la kinesiopatiaun'altra terapia?Kinesiopatia non è solo un termine, un nome strano per definire un’altra “branca” della Medicina Alternativa o, se preferite, della medicina non Convenzionale: è una disciplina terapeutica complessa ed articolata che richiede applicazione e dedizione, un modo di vedere la "terapia energetica" non solo come approccio generico verso il benessere, ma come strumento diagnostico ed in grado di aiutare efficacemente le persone ad affrontare piccoli e grandi malesseri, "patologie disfunzionale" o coadiuvare ed affiancare il trattamento di malattie. Innanzi tutto, però, perché un nome nuovo? Per distinguersi, rendersi
diversi e, contemporaneamente, essere identificabili ed appartenere ad un gruppo
scelto e differente dagli altri: da sempre l’uomo ha cercato di ricorrere a
nomi e simboli per diversificarsi ed identificarsi, ed anche noi, nel nostro
piccolo, non ci differenziamo da tutti gli altri. Per chi In fondo con il termine Kinesiologia Transazionale, branca della Kinesiologia Applicata a cui appartiene la nostra scuola, abbiamo voluto già diversificarci da tante altre metodiche kinesiologiche esistenti. Quindi perché coniare ed utilizzare un termine differente, quando esiste già questa confusione? Innanzi tutto per cercare di rendere più chiaro per il pubblico l’immagine di terapisti ed apparentarsi ad altre branche della Medicina non Convenzionale o Naturale. Ormai il suffisso “-patia” viene utilizzato da branche della Medicina non Convenzionale quali la Naturopatia, l’Osteopatia, l’Omeopatia e sono termini entrati nel linguaggio comune che identificano immediatamente agli occhi del pubblico, delle entità ben definite. La nostra parentela con queste metodiche non è solo apparente, ma molto profonda: nella Kinesiopatia esistono elementi comuni con l’Osteopatia, sia nella lettura degli schemi corporei che in alcune pratiche terapeutiche; essendo, ad esempio, la Terapia Cranio-Sacrale un elemento fondamentale della Kinesiopatia, la fratellanza con l’Osteopatia, pur nelle rispettive differenze di approccio, non è solo formale. Un’altra motivazione che ci porta ad usare il termine Kinesiopata, oltre alle sostanziali differenze nei contenuti, e non Chinesiologo o Kinesiologo deriva dal fatto che spesso questo termine ha generato confusione con fisiocinesiterapista, massofisioterapista o con i chinesiologi propriamente detti, cioè le persone che hanno studiato cinesiologia articolare in genere presso l’ISEF (professori di ginnastica); anche se lo studio dei movimenti articolari (cinesiologia) è un punto di partenza comune le differenze con queste metodiche sono radicali. psiche e corpoDal nostro punto di vista non
esiste una manifestazione emotiva o psicologica che non sia accompagnata da
manifestazioni fisiche di adattamento o di difesa. Contemporaneamente, il
perdurare di situazioni di malessere fisico, le patologie disfunzionali, le
“cisti energetiche” sono sempre associate a vissuti emotivi bloccati nel
corpo e che mantengono il corpo in un atteggiamento di difesa nei confronti
delle sofferenze che queste emozioni potrebbero generare. A questo si associa il
riconoscimento di una predisposizione individuale, di un terreno facilitante nei
confronti delle manifestazioni disfunzionali e patologiche, che rappresenta il
modello di come noi ci poniamo nei confronti degli stress che affrontiamo ogni
giorno: una sorta di tipologia emotiva che incide profondamente sui nostri
modelli di reazione ed adattamento alle esperienze della vita. Ognuno di noi mette in atto, nelle situazioni di malessere e di stress, degli schemi comportamentali; vengono attivate correlazioni fra aspetti organici o sistemici e le sfere emotive, attraverso la relazione fra i meridiani dell’agopuntura e gli ambiti relazionali ed emotivi. Tali meccanismi portano ognuno di noi ad instaurare spirali “negative” o circoli viziosi che ci accompagnano nel percorso discendente della malattia e che ne incrementano il peggioramento. Il cammino verso il benessere consiste anche nel creare “circoli virtuosi” che premino il nostro corpo liberando l’innata capacità di autoguarigione. Le liberazioni ottenibili dal trattamento kinesiopatico, l’allentamento delle tensioni emotive o posturali, le tecniche di unwinding fasciale o il processo di rilascio somatoemotivo, permettono al corpo di evincersi dai meccanismi compensativi ed antalgici che spesso sono fra le cause del perdurare delle malattie o delle patologie disfunzionali, creando le premesse perché l’innata saggezza corporea possa esprimersi pienamente. La conoscenza dei modelli comportamentali è fondamentale per il Kinesiopata per poter meglio comprendere come possano essere ridotte le potenziali sorgenti di stress o aiutare la persona a rivalutare il proprio stile di vita: ognuno di noi ha delle aree di minor resistenza, delle zone corporee di debolezza, organi o visceri più sensibili, parti della propria vita emotiva in grado di incidere maggiormente sul nostro equilibrio psicofisico. Che cos'e la kinesiopatia (parte II) A cosa può servire la kinesiopatia
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